Visita alla Lega del filo d’oro di Modena: una mattinata ricca di emozioni

Visita alla Lega del filo d’oro di Modena: una mattinata ricca di emozioni

Mercoledì  4 aprile le classi 3S e 3V si sono recate assieme ai loro docenti a visitare il centro socio riabilitativo residenziale delle Lega del Filo d’Oro a Modena. Questa associazione da  50 anni assiste e riabilita le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali: persone cioè prive di due dei sensi fondamentali, come quelli della vista e dell’udito, e destinate per questo a un isolamento pressoché totale. Per evitare ciò è nata nel 1964 la Lega del Filo d’Oro che, come ricorda il nome, vuole essere un filo prezioso che collega le persone affette da sordocecità al mondo esterno e le faccia uscire da una condizione di assoluta separatezza dagli altri. La struttura modenese, che può ospitare fino a 24 utenti a tempo pieno, è nata grazie alla volontà dell’avvocato Callisto Fornero, padre di un bambino sordocieco, attualmente ospite del centro stesso.

La visita organizzata per i nostri studenti del settore socio sanitario è stata così articolata: inizialmente gli alunni hanno ascoltato le responsabili del centro che hanno spiegato la storia e le finalità della Lega del Filo d’Oro, le caratteristiche della sordocecità e delle diverse modalità con cui le persone affette da questa patologia possono esprimersi con il mondo esterno; successivamente hanno avuto la possibilità di visitare la struttura. I ragazzi hanno visitato sia gli appartamenti in cui gli ospiti vivono che gli spazi ricreativi e riabilitativi dove trascorrono le giornate, come i tanti laboratori e la palestra. Un momento molto forte della visita è stato quando ci hanno offerto una merenda invitandoci a mettere una benda davanti agli occhi: questo per poter sperimentare ciò che in parte provano gli utenti della struttura e per “immergerci” in un buio totale, opprimente all’inizio ma che poi ha permesso di sentire in maniera molto più sviluppata altri sensi , come l’olfatto e il gusto.

Insomma, un’uscita ricca di emozioni forti che speriamo abbiano fatto venire la voglia ai nostri ragazzi di impegnarsi sempre più nel loro percorso di studi e, perché no, di impegnare il proprio tempo come volontari all’interno della struttura, per rendere sempre più “brillante” il filo prezioso che collega le persone sordo cieche al mondo esterno.

Prof.ssa A. Zarri